Armi cibernetiche: ora il Canada vuole inserirle ufficialmente nella politica di difesa nazionale

Il governo canadese sta discutendo apertamente della possibilità di rendere le armi cibernetiche parte della sua strategia ufficiale di difesa nazionale, una mossa che potrebbe avere conseguenze serie e imprevedibili non solo per il Canada ma anche per altre nazioni.

Già in passato era stato osservato come il Canada si fosse probabilmente dotato – senza però ufficializzare la notizia – di strumenti di offesa cibernetica. Ne abbiamo parlato anche sul blog di Cyberdifesa in un post del 2015.

La possibilità ora è stata illustrata apertamente in un recente documento intitolato “Strong, Secure, and Engaged” (SSE) che illustra la politica di difesa nazionale canadese. Nel testo si parla di una “postura più assertiva nel dominio informatico rafforzando le nostre difese e conducendo operazioni informatiche attive contro potenziali avversari nel contesto di missioni militari autorizzate dal governo”, con un impegno esplicito a sviluppare capacità di attacco informatico.

“Senza buone risposte alle difficili domande che questa nuova direzione potrebbe sollevare, il paese potrebbe seguire un percorso molto precario”, ha scritto Ken Barker, professore di informatica all’università di Calgary, nel documento pubblicato dalla School of Public Policy dell’Università.

Mentre diversi Paesi già si sono dati la possibilità di usare armi informatiche, Barker nota una apparente riluttanza a usare tali armi al posto di missili o bombe.

“Il Cremlino ha avvertito che l’hacking americano nella rete elettrica russa potrebbe degenerare in una guerra informatica con gli Stati Uniti”, ha riferito il New York Times in una storia pubblicata a giugno.

“Il semplice atto di annunciare che stiamo sviluppando armi informatiche (che, per essere chiari, il Canada non ha fatto) già porta dei rischi, rendendo il Canada uno dei sospettati in futuri attacchi non attribuiti e forse invitando altri paesi a camuffare i loro attacchi instradandoli attraverso il Canada”, avverte Barker.

Per maggiori informazioni: Canadian Cyberweapon Strategy Raising Questions (copia cache)

Ho iniziato a interessarmi di cybersecurity dal 1989, quando ho "trovato" il mio primo virus. Dal 1992 me ne occupo professionalmente: per oltre un decennio come collaboratore di testate specializzate (fra cui PC Professionale), poi come consulente del Ministro delle Comunicazioni su aspetti di sicurezza delle reti, quindi con collaborazioni sui medesimi temi con Telespazio (gruppo Finmeccanica). Oggi mi interesso di nuove tecnologie (AI) e cyber warfare. Sono socio fondatore del chapter italiano di Internet Society, membro dell'Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche (AIIC) e della Association for the Advancement of Artificial Intelligence (AAAI). Dal 2006 lavoro per ESET, dove ricopro il ruolo di Operations Manager. Il blog è personale.