
Veeam, un’azienda nota per i suoi servizi di gestione dati, ha inavvertitamente lasciato un database dedicato alle attività di marketing aperto a tutti per circa dieci giorni, dal 31 agosto al 9 settembre. Il database MongoDB non era configurato a dovere (non aveva una password) e i suoi 200GB di dati erano potenzialmente accessibili da chiunque. Tanto che il ricercatore Bob Diachenko se ne è accorto il 5 settembre e ha subito cercato di segnalare il problema ai responsabili dell’azienda, che hanno chiuso la falla cinque giorni dopo.
Il database conteneva 440 milioni di record usati presumibilmente per attività di marketing, con nome, cognome, indirizzo e-mail, tipologia di contatto (ad es. cliente, partner), Paese, dimensioni dell’azienda, a volte l’indirizzo IP. I dati erano stati raccolti dal 2013 al 2017.
Successivamente Peter McKay, co-CEO e Presidente di Veeam, ha pubblicato un messaggio di scuse e chiarimenti, precisando che i record univoci nel database erano 4,5 milioni anziché 440 milioni (molti infatti erano copiati più volte). Il problema sarebbe stato causato da un errore umano.