
Quella psicologica è una delle guerre più combattute ma anche meno visibili. Negli ultimi tre mesi del 2018 e nelle prime settimane del 2019 i social network (soprattutto Instagram, ma anche Twitter e altri) si sono visti inondare di messaggi sponsorizzati a favore della Cina e delle sue qualità.
Recorded Future ha analizzato con attenzione l’attività e ha concluso che si è trattata di un’operazione governativa. In quasi quattro mesi (dal 1 Ottobre 2018 al 21 Gennaio 2019) sei aziende statali cinesi hanno sponsorizzato oltre 40.000 post (raggiungendo 5 milioni di utenti occidentali) per promuovere i punti di vista cinesi su questioni di economia o politica internazionale, o semplicemente le bellezze del posto.
Xinhua, People’s Daily, China Global Television Network (CGTN), China Central Television (CCTV), China Plus News e Global Times hanno apparentemente coordinato un’enorme operazione simpatia che è stata bollata da diversi analisti occidentali come propaganda, nel migliore dei casi, o direttamente come fake news e disinformazione.
Alcuni post mettono la Cina sotto una luce positiva, fatta di progresso e futuro:

Altri gettano ombre sui rapporti fra Paesi terzi:

Altri ancora mostrano tanti piccoli panda:

L’azione ricorda certe attività di outlet informativi sponsorizzati dal governo di Mosca (non faccio nomi) dove si tende a privilegiare – in lingua inglese o nella lingua del posto per essere letti al di fuori dalla Russia – notizie e punti di vista alternativi alla narrativa occidentale. Generalmente favorevoli al Cremlino.
Legittimo ritenere che aumentando la pluralità dell’informazione migliori – in teoria – la capacità di essere correttamente informati (al netto delle fake news, ovviamente).
Certo che se per farlo bisogna ricorrere a un’azione coordinata di sei aziende di Stato, l’operazione appare quantomeno sospetta. Ricordando infine che grazie alla censura di Pechino l’operazione inversa (sponsorizzare punti di vista occidentali a un pubblico cinese) è ad oggi del tutto impossibile.
Per saperne di più: Beyond Hybrid War: How China Exploits Social Media to Sway American Opinion